Meglio la funzione deumidificatore o quella di condizionatore
Con l’arrivo della bella stagione, sulla spinta dei disagi provocati dalle alte temperature e dall’afa causata anche dagli alti tassi di umidità, ripartono le discussioni in casa e nei luoghi di lavoro su come usare il climatizzatore: meglio raffreddare o deumidificare?
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Le domande frequenti
Il più delle volte, ciò che la gente chiede per capire se è meglio raffreddare o deumidificare è questo:
- Qual è meglio, il raffreddamento o il deumidificatore?
- Il deumidificatore fa anche fresco?
- Di notte meglio deumidificatore o condizionatore?
- Cosa cambia se il condizionatore lo metto a deumidificatore?
Come funziona il climatizzatore
In estate, se si vuole raggiungere una buona condizione di comfort negli ambienti domestici o sui luoghi di lavoro, è oramai assolutamente necessario installare un impianto condizionatore o climatizzatore, in grado sia di abbassare la temperatura dell’aria interna che di ridurne il tasso di umidità che è la causa dell’aumento della sensazione di malessere estivo.
La differenza fra il condizionatore e il climatizzatore consiste nel fatto che il primo è costruito solo per raffreddare, mentre il climatizzatore può invertire il funzionamento ed essere utilizzato anche per riscaldare, nelle stagioni fredde.
Questi impianti riescono ad abbassare la temperatura interna di un ambiente grazie al fenomeno fisico per cui, alcuni particolari fluidi, variano la propria temperatura al variare della loro pressione.
Difatti, schematicamente, gli impianti sono composti da:
- un compressore, utile per aumentare la pressione e quindi la temperatura del fluido
- un espansore che ottiene l’effetto contrario
- due scambiatori di calore, uno interno all’ambiente e uno all’esterno
All’interno dell’impianto il fluido viene prima raffreddato dall’espansione, in modo che dopo, attraversando lo scambiatore interno, assorbe il calore dall’aria, abbassando la temperatura dell’ambiente.
Successivamente il fluido, dopo essere stato riscaldato dalla compressione, potrà cedere il calore tramite lo scambiatore esterno.
In entrambi i casi l’operazione è migliorata con l’aiuto di elettro-ventole che spingono l’aria attraverso gli scambiatori.
La condensazione o deumidificazione
Sulla superficie dello scambiatore interno, dove l’aria si raffredda, si crea anche il fenomeno della condensazione, per cui l’umidità presente nell’aria, al contatto con la superficie fredda, si trasforma in acqua.
Questa condensa, tra l’altro, deve essere smaltita correttamente, per preservare l’integrità dell’impianto e anche per evitare muffe, infiltrazioni o altri danni conseguenti allo sgocciolamento.
Il clima interno dell’ambiente, quindi, grazie a questi impianti, migliora sia per effetto della diminuzione della temperatura dell’aria che per la diminuzione della sua umidità.
Per regolare le condizioni climatiche degli ambienti nel modo che più ci aggrada, normalmente questi impianti permettono di impostare il valore della temperatura desiderata oppure di scegliere delle programmazioni preimpostate.
Una delle programmazioni automatiche più diffuse e conosciute è quella che permette di usare l’impianto alla potenza minima, chiamate a volte ECO oppure DRY.
Utilizzando il climatizzatore a bassa potenza si evitano sbalzi di temperatura troppo alti che possono essere fastidiosi e a volte dannosi per la salute degli occupanti, specialmente se anziani e bambini.
Si ottengono comunque benefici importanti grazie alla diminuzione del tasso di umidità e alla riduzione dei consumi di energia, risparmiando sulle bollette.
In conclusione
Gli impianti di condizionamento o di climatizzazione sono orami diventati indispensabili per rendere confortevoli gli ambienti nelle stagioni calde.
Con le programmazioni preimpostate e regolando la temperatura con attenzione si può anche ottimizzare il consumo energetico, godendosi una temperatura fresca e asciutta.
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